martedì 7 maggio 2013

Cosa facciamo? Usciamo dalla "zona di confort"!


Oggi tutto lo staff di Emera è stato presente ad un incontro, sulle tematiche riguardanti GIOVANI, LAVORO e OCCASIONI, tuttavia un messaggio che va colto in giornate come queste è "uscire dalla zona di confort!" 
Cerchiamo di fare un pò di chiarezza sul concetto di "zona di Confort". Wikipedia, una delle più note enciclopedie Free, definisce la zona di comfort come una condizione nella quale una persona opera in totale assenza di stati d’ansia, utilizzando un numero limitato di abilità e risorse per ottenere performance di medio livello, solitamente senza avvertire alcun senso del rischio. La verità è questa: chiunque oggi voglia ottenere dei risultati a livello personale e professionale deve avere il desiderio ed il coraggio di spingersi oltre i propri limiti, uscendo fuori dalle proprie zone di confort.
Ma oggi  l’economia, la cultura, le tecnologie evolvono continuamente. Per mantenere questo ritmo evolutivo così elevato occorre predisporsi al cambiamento e, di conseguenza, all’acquisizione di nuove competenze.
Nel nostro mondo, tutte le persone operano spesso all’interno di proprie zone di confort, ma l’importante è che esse non diventino l’unico spazio nel quale far ruotare tutte le proprie attività.
Se ciò accade, qualsiasi tipo di cambiamento verrà visto come qualcosa di negativo, unicamente come difficoltà e non come opportunità. Subentrerà il timore di dover modificare, in parte o del tutto, i propri comportamenti, timore scaturito dall’impossibilità di prevedere i risultati di tali modifiche. A quel punto la persona dovrà scegliere se reagire in maniera proattiva assumendosi la responsabilità del rischio, oppure rimanere inerte, attendendo di ottenere i risultati di sempre mettendo in atto le azioni di sempre. Immaginate quanto questo possa essere dannoso se non si impara da subito ad avere una predisposizione per i cambiamenti e per l'apertura mentale.
Per questo le persone non ancorate alle proprie zone di comfort, non sono spaventate dall’idea del cambiamento, anzi, lo affrontano con atteggiamento positivo. In loro nasce la volontà di mettersi in gioco, ampliando le proprie conoscenze, acquisendo nuove competenze.
Oggi, un business e un mercato in continua evoluzione richiedono di uscire dalle proprie zone di comfort più e più volte per poter garantire il successo di un’azienda e di tutte le risorse al suo interno. Per farlo, l’ingrediente fondamentale è rappresentato dalla giusta motivazione. Essa rappresenta la spinta ad assumersi la responsabilità del rischio per poter essere gli artefici del proprio cambiamento.

Secondo John Wood , noto attivista statunitense, fondatore e presidente esecutivo di Room to Read, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata a combattere la povertà nel mondo attraverso il potere dell’istruzione, esistono alcuni fattori chiave per uscire dalla propria “comfort zone” e assumersi dei rischi “calcolati”. Il primo è quello di avere una visione chiara dell’obiettivo che si intende raggiungere. Una volta che la meta sarà ben definita nella propria testa, non si avrà alcuna difficoltà a farla comprendere anche all’esterno. 
Il secondo punto è l'essere consapevoli che gli obiettivi sfidanti attraggono persone audaci. Quando si definisce una meta, e con essa il percorso da intraprendere, può capitare che non si ottenga il sostegno e l’approvazione di coloro che giudicano la scelta intrapresa come troppo ardita, e le probabilità di ottenere i risultati troppo scarse. Allo stesso tempo, però, ci sarà chi offrirà il proprio sostegno perché sarà stato in grado di vedere altrettanto chiaramente l’obiettivo prefissato. Queste persone, insieme, costituiranno la squadra vincente in grado di sostenere e dirigere il cambiamento.
Il terzo fattore è probabilmente il più importante: non aver mai timore di chiedere aiuto. Tanto più è grande l’obiettivo che si intende raggiungere, tanto più occorrerà il sostegno fornito da tante competenze e abilità, impossibili da trovare concentrate tutte all’interno di un unico essere umano! Saper chiedere diventa quindi un’abilità fondamentale. La collaborazione porta al raggiungimento dei risultati. Ogni persona possiede uno o più talenti, ed è l’unione tra di essi che determina il successo di un’intera organizzazione, permettendo ad un’idea di tramutarsi in azione, e all’azione di condurre al risultato.
Quarto: mai farsi abbattere dai piccoli fallimenti. Se le persone si facessero tutte influenzare dai rifiuti e dalle “porte in faccia” che ricevono spesso durante il loro percorso, nessuna idea di successo potrebbe mai essere definita tale. E’ quindi ancora una volta la forza della propria motivazione a determinare l’uscita dalle proprie zone di confort e ad accogliere la sfida del cambiamento.
Quinto: fidarsi del proprio istinto. Generalmente i leader sono costretti a prendere decisioni in tempi molto ridotti. Essi sono quindi portati spesso a definire le situazioni ed i rischi ad esse annessi, nei limiti delle informazioni che hanno a disposizione. Intraprendono conversazioni che permettono loro di razionalizzare l’oggetto della discussione ma, alla fine, nella maggior parte dei casi, il centro dell’azione si sposta dal luogo della razionalità a quello dell’istinto. Esso non conosce pro e contro e, secondo John Wood, nel momento in cui la persona smette di analizzare tutte le informazioni in  proprio possesso, non esiste alcun analisi del rischio migliore del proprio istinto.
Chiunque oggi voglia ottenere dei risultati  a livello personale e professionale deve avere il desiderio ed il coraggio di spingersi oltre i propri limiti. L’economia, la cultura, le tecnologie, evolvono continuamente. Per poter essere sempre al passo con tali evoluzioni occorre predisporsi al cambiamento e, di conseguenza, all’acquisizione di nuove competenze. Tutto ciò che un tempo rappresentava una sicurezza, oggi deve essere messo in discussione, e non perché “imposto” dall’esterno, ma per una propria personale esigenza di crescita e di sviluppo.
Quello che noi vogliamo, è semplicemente che chiunque possa essere fautore della propria sorte, senza dover essere fossilizzato in convinzioni che possono rischiare di tagliarlo fuori dal mercato, o peggio ancora possa far si che un ragazzo, o una nuova figura, non possano mai affacciarsi sul mercato. Pensate a quel piatto che non avete mai assaggiato e che poi vi è piaciuto, a quel film che non volevate vedere e che poi avete rivisto perchè vi è piaciuto troppo. Se vi è successo siete gia usciti almeno una volta dalla vostra zona di "confort" e potrete sicuramente farlo di nuovo.

(Articolo ispirato alle pubblicazioni HiSkill – OsservatorioOsserviamo le evoluzioni del mercato del lavoro).

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