domenica 3 novembre 2013

Il buon vino italiano.

Ancora una volta un messaggio positivo viene dalle nostre aziende, questa volta nascosto nel rosso e intenso colore di un vino. Conferma di questa tendenza, è stato presentato, sotto l’occhio vigile di Nunzia De Girolamo, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali," l' Atlante dei territori del vino italiano” , una  pubblicazione promossa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con la collaborazione di Enoteca Italiana e dell’Istituto Geografico Militare dell’Esercito italiano, si compone di due volumi ed è un’opera complessa che va a colmare un vuoto importante nel panorama editoriale del nostro Paese.


La pubblicazione vede la luce il 30 ottobre 2013 a  Roma, dopo cinque anni di lavoro, sotto l’attenta guida di un competente comitato scientifico (tra i nomi di prestigio Luigi Moio, cattedra di enologia Federico II Napoli e Eugenio Pomarici del Dipartimento di Economia Agraria, sempre Federico II). Definita come un’operazione multidisciplinare, alla stesura dell’opera hanno contribuito le varie competenze politiche del Ministero delle politiche agricole, dell’Istituto Geografico Militare, dell’Enoteca Italiana di Siena, dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura di Arezzo, di Firenze e di Conegliano, l’Università di Bologna e la già ricordata Università Federico II di Napoli. 
A presentarlo insieme a Fabio Carlesi Segretario generale di Enoteca Italiana Nunzia De Girolamo Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.
“Dobbiamo fare della storia recente del vino italiano una parabola per il Paese e per la politica. - ha spiegato il Ministro - Siamo partiti dallo scandalo del metanolo, che ci ha fatto toccare il punto più basso con danni gravissimi sia in termini economici che di immagine, ma siamo riusciti a ribaltare il dato, a capovolgere la situazione sino a far diventare il vino una eccellenza assoluta del Made in Italy e sono certa che questo Atlante avrà un grande successo”.
Roberto Formigoni presidente della commissione Agricoltura del Senato è intervenuto alla presentazione lodando l’iniziativa e evidenziando che è «fondamentale, interessante e completa, Si tratta di un lavoro straordinario, utile anche in vista dell’Expo 2015”» e sottolineando il fatto che bisogna «aumentare la percezione del valore culturale dei vini italiani».
Dopo di lui ottimo intervento da parte del Professore Luigi Moio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, membro del Comitato Scientifico che ha spiegato ai giornalisti e agli addetti le parti tecniche dei volumi.
“E un’opera rivoluzionaria, innovativa e coraggiosa, – spiega soddisfatto Carlesi –che consente di rappresentare l’Italia del vino sotto diversi aspetti”.
Il volume insiste sulla territorialità del gusto, ovvero dell’influenza che il territorio in cui un vino origina ha nel determinarne le caratteristiche organolettiche. Un monito dunque alla tutela e alla valorizzazione non solo dell’evidente e insostituibile intervento umano nel processo di trasformazione dell’uva, ma anche verso i luoghi di produzione, realizzando interventi e scegliendo varietà più adatte a determinate zone. L‘Atlante è un viaggio avventuroso alla scoperta di quegli elementi così determinanti, dai dati cimatici a quelli geologici, da quelli altimetrici a quelli pedologici, che contribuiscono a rendere l’Italia, per l’appunto, uno dei luoghi più vocati all’allevamento e alla produzione del vino.Le aree di produzione del vino italiano vengono sintetizzati nel concetto di “macroaree”, che diventa il concetto guida per orientarsi nella lettura dell’Atlante.


E' evidente che l’Italia resta un territorio viticolo ampio e variegato, impossibile da sondare in tutte le sue più minute declinazioni e in parte dettata dallo scopo stesso dell’Atlante: quello di essere soprattutto uno strumento facilmente fruibile. Le “macroaree”, in questo senso, hanno una flessibilità funzionale che ben sintetizza la ricchezza dell’Italia enoica.
Un altro dato interessate legato al vino e che emerge che emerge da una proiezione della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno è la forte esportazione del vino nostrano. Nel solo 2013 le vendite di vino italiano all’ estero potrebbero superare i 5 miliardi di euro, grazie a un aumento del 9 per cento dell’export.
l'economia delle fasce rurali e non solo rimane ancora oggi una delle nostre maggiori eccellenze, e rimane un chiaro e forte segnale che ricominciare a sperare è sempre possibile .




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