domenica 20 ottobre 2013

La natura torna a riprendersi l'Europa.

 No, non è per una presa di coscienza degli umani che finalmente gli animali selvatici stanno tornando nei boschi e nelle campagne dell'Europa. Perché di questo si tratta. Di un ritorno alla grande di lupi, orsi, cervi, caprioli, camosci, aquile, foche, avvoltoi, oche, castori stambecchi... E bisonti: la specie europea che vive esclusivamente in una riserva che sta fra la Bielorussia e la Polonia Il rapporto Rewilding Europe, realizzato da Zoological Society of London, Birdlife ed European Bird Census Council, ci da infatti, una splendida notizia che riguarda i nostri animali. Gli animali selvatici stanno tornando a ripopolare boschi e campagne europee. Si tratta di orsi, lupi, cervi, caprioli, avvoltoi e bisonti. Questo dipende dalla regolamentazione contro la caccia, dalle leggi che proteggono le specie a rischio entinzione, all'istituzione di aree protette. 
Partendo dall'immediato dopoguerra a oggi gli animali selvatici hanno recuperato percentuali che vanno dall'85% in più del camoscio alpino al 14.000% di crescita del castoro europeo. 



Merito della regolamentazione della caccia, delle leggi sulla protezione delle specie a rischio, dell'istituzione di parchi e aree protette, certo. Ma soprattutto della «migrazione» umana verso i centri urbani.Il professor Luigi Boitani, docente di Zoologia alla Sapienza di Roma, conosce il rapporto della Rewilding Europe per aver partecipato alla sua realizzazione. «Noi in Italia contribuiamo molto a questi risultati» dice. «Che sono stupendi ma che ci capitano senza nessuna pianificazione. Il processo di rinselvatichimento è largamente indipendente dalle nostre leggi di conservazione. Ha fatto molto di più l'abbandono delle montagne e delle colline dagli anni Cinquanta in poi». 
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 «È vero che animali selvatici sull'orlo dell'estinzione negli anni Settanta oggi sono di nuovo in crescita ma non per tutti è così. Le allodole, per esempio, sono in calo drammatico». La natura è dinamica. Si adatta all'ambiente che trova, «quindi se l'aiutiamo può migliorare» è convinto Andrea Brutti, responsabile della fauna selvatica dell'Enpa. «Per cominciare basta partire dall'idea che gli animali sono una risorsa» dice. Un bene da moltiplicare, come le piante. Lo sa più degli altri il moscardino, quello della domanda numero due. La sua situazione da incubo è non avere abbastanza alberi vicini fra loro perché per sopravvivere ha bisogno che i rami si tocchino
Fonte originaria della notizia-  corriere della sera.

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