domenica 8 dicembre 2013

10 lavori che sfidano la CRISI. (Prima parte)

Nuove figure sfidano il mercato, combattono l'inquinamento delle acque, lavorano per garantirci aria più pulita, regalano una seconda vita ai nostri rifiuti, investono denaro e creatività in processi produttivi all'avanguardia e rispettosi dell'ambiente. Hanno talento ed energia contagiosi: stiamo parlando dei professionisti che hanno fatto dell'eco-sostenibilità la propria missione. 
Son queste le nuove figure del mercato della green economy da tenere sotto osservazione perché potrebbero essere proprio loro a sfidare la crisi. Sono infatti queste nuove professionalità un vero e proprio fenomeno di controtendenza, specialmente in una fase economica dominata dalla recessione i nuovi mestieri legati al riutilizzo di materiali, al taglio degli sprechi e alle energie rinnovabili stanno creando occupazione. In base all'ultimo rapporto dell' International Labour Organization sui lavori "green", uscito all'inizio di giugno, la transizione dall'era del petrolio a un'economia verde potrebbe generare infatti dai 15 ai 60 milioni di nuovi posti di lavoro nell'arco del prossimo ventennio.
Ovviamente non sono le uniche , è un messaggio positivo quello che ricaviamo da tutto il settore della green economy, specialmente sul lungo periodo, tra previsioni positive e nuovi mestieri verdi, non solo quelli citati, il settore green rimane una fonte di speranza e di investimento per il futuro.
Sul campo :
Alla scrivania: 
Una laurea in biologia, scienze ambientali o chimica farà al caso vostro, ma anche un diploma di scuola secondaria di tipo tecnico scientifico, seguito da un periodo di tirocinio in istituti di ricerca sul monitoraggio ambientale rappresenta una preparazione adeguata. Si potrà quindi lavorare all'interno di parchi naturali, laboratori privati, o nelle Arpa (le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale), alle quali si accede per concorso pubblico.

Cerchiamo ora di fare una panoramica  delle 10 più promettenti professioni amiche dell'ambiente, soffermandoci  sulla formazione richiesta per accedervi:


Edilizia Verde:  
Si calcola un tetto approssimativo di 10 mila nuove assunzioni nei prossimi anni: un buon incentivo per spingere i futuri ingegneri a specializzarsi nel settore dell'edilizia verde. Mentre si diffonde la ricerca di soluzioni ecosostenibili all'interno delle case e degli edifici in costruzione, cresce anche la domanda di professionisti che sappiano accostare l'efficienza energetica a soluzioni estetiche gradevoli.
Non solo per i vostri nuovi impianti fotovoltaici , Il designer di sistemi fotovoltaici saprà  proporvi le migliori soluzioni per integrarli al meglio alla vista e all'architettura preesistente. Ma non solo se il vostro cruccio è la riduzione degli sprechi energetici avete a vostra disposizione uno specialista in management della programmazione energetica, che dirà dove tagliare e quali impianti convertire; e per progettare la coibentazione di un edificio, occorre naturalmente un ingegnere specializzato.
Quella in ingegneria rimane la laurea più ricercata dalle aziende che si occupano di green building, ma anche i professionisti dell'architettura e del design possono trovare in questo campo un mercato attivo e in piena espansione. Dopo la laurea, una buona idea è quella di frequentare un master per consulenti energetici, in bioarchitettura o in bioedilizia e risparmio energetico, in base alla specializzazione che si intende perseguire. I più intraprendenti possono aprire uno studio associato di progettazione di edifici a basso consumo e riqualificazione energetica e lavorare in proprio, anche se le assunzioni in questo campo non mancano. Secondo le stime del Centro Studi CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri), entro il 2020 più del 20% dei laureati in ingegneria potrebbe trovare spazio nell'edilizia verde.


Controllo e monitoraggio della qualità ( delle acque) :
 la passione per la chimica e amar trascorrere del tempo all'aria aperta ha sicuramente  la stoffa per lavorare nell'ambito del monitoraggio ambientale. In particolare c'è un crescente bisogno di queste figure nel settore del controllo delle acque. Lo sfruttamento sconsiderato di fiumi, coste e laghi sta mettendo a dura prova l'ecosistema acquatico italiano: secondo Legambiente un campione su cinque dell'acqua di fiume è di qualità scadente o pessima, e un quarto delle acque sotterranee è contaminato, in particolare dai nitrati, sostanze presenti nei fertilizzanti.
questo lavoro vive due principali aspetti : 



Scoprire quali sostanze inquinanti sono disciolte nei mari e nei corsi d'acqua è il principale compito del tecnico di monitoraggio delle acque. «Il lavoro prevede una parte di operazioni da effettuare in campo e una seconda parte in laboratorio» ci spiegano gli esperti del Dipartimento monitoraggio qualità ambiente marino dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). 


Non manca la fase di elaborazione dati: «Ultimi, ma non per importanza, sono il trattamento e la presentazione dei risultati in modo corretto al fine di determinare la qualità delle acque monitorate. La valutazione complessiva viene fatta con l'ausilio di personale esperto, sia in base alle normative esistenti che alla bibliografia di settore».
Tutela del patrimonio Boschivo e forestale :
Fino agli anni '60-'70 lavorare in questo campo significava entrare a far parte del Corpo Forestale dello Stato, essere assunti nell'industria del legno o nel settore delle sistemazioni idraulico forestali (e cioè lavorare, per esempio, per stabilizzare pendici franose, nella manutenzione di canali irrigui o nella protezione dalle valanghe).
Oggi chi studia discipline forestali trova impiego soprattutto nella certificazione dell'utilizzo efficiente delle masse legnose, nella gestione delle foreste certificate (cioè gestite in maniera ecosostenibile) e delle lavorazioni di legno e sughero. Ma non solo: «I laureati in discipline forestali trovano sempre più spesso occupazione in settori "emergenti" come conservazione della biodiversità, eco-ingegneria (restauro ambientale, lotta alla desertificazione, bioedilizia), verde urbano, biotecnologie e industria farmaceutica, pianificazione territoriale e architettura del paesaggio, ecoturismo e valorizzazione dei prodotti tipici» spiega il professor Bartolomeo Schirone, del Dipartimento di Agricoltura, Foreste, Natura ed Energia dell'Università della Tuscia (Viterbo).
Secondo i dati Alma Laurea, il 70% dei laureati in discipline forestali trova lavoro entro tre anni dalla fine dell'Università. «In ogni caso accanto alla solita ricerca di lavoro presso imprese ed enti pubblici e privati, mi sentirei di consigliare ai giovani laureati di tentare la strada della libera professione, magari attraverso la formula degli studi associati» continua Schirone. E durante il percorso di studi «non trascurare la storia e la geografia, perché gli ecosistemi cambiano nel tempo e nello spazio, e trascorrere almeno sei mesi all'estero, dove la domanda di specialisti nel settore forestale - per esempio in Svezia - è ancora altissima ..». In Italia sono 16 i corsi di laurea in Scienze Forestali, molti di altissimo livello. Il corso di laurea in discipline forestali è presente negli atenei di molte città italiane tra cui Torino, Firenze, Viterbo, Bari, Palermo, Ancona, Campobasso, Napoli, Potenza, Reggio Calabria e Sassari.



( continuate a seguirci per scoprire in questi giorni tutte le altre professioni green ) 

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