domenica 15 dicembre 2013

10 lavori che sfidano la CRISI. (Seconda parte)

Continua la nostra carrelata nei mestieri GREEN amici dell'ambiente e componenti dell'ormai crescente fenomeno della green economy, mestieri che nel loro rilancio dell'economia tentano di sfidare questo momento di " crisi " una parla in questi tempi cosi temuta e consi inflazionata.

Addetti al riciclo e allo smaltimento rifiuti: 
Il recupero di materiali riutilizzabili sta diventando, una professione vera e propria. E non stiamo parlando del lavoro, prezioso e insostituibile, degli operatori ecologici (che pure costituiscono il primo anello di questa catena) ma di aziende comunali, società pubbliche e private impegnate nel raccogliere i rifiuti ingombranti e la spazzatura raccolta nei vari cassonetti in aree sorvegliate e predisposte, in cui i materiali sono smistati e preparati per essere inviata ai consorzi nazionali di filiera (come Comieco per gli imballaggi a base di cellulosa, o Corepla per quelli a base di plastica). Un business che conviene, e non solo in termini ambientali: secondo uno studio della Commissione Europea, gestione e riciclaggio dei rifiuti danno già lavoro in Europa a 2 milioni di persone e garantiscono un fatturato annuo di 150 miliardi di euro, pari all'indotto complessivo del turismo in Italia. Non si tratta quindi solo del dovere di un buon cittadino ma di un vero e proprio mercato di investimenti .
Parliamo un attimo dei Requisiti e sbocchi occupazionali: 
Il settore del recupero di materiali riutilizzabili è una delle eccellenze dell'economia del nostro paese. L'Italia è infatti al terzo posto nel mondo per il riciclo di alluminio, dopo Giappone e Stati Uniti, e seconda in Europa, dopo la Germania, nel riutilizzo di carta e cartone. Non occorre una laurea specifica, ma è utile una buona formazione tecnica: per esempio un diploma in un istituto tecnico industriale, seguito da un corso di formazione a livello regionale per imparare a distinguere e trattare i diversi tipi di rifiuti e conoscere le caratteristiche del territorio in cui si opererà. Un riciclatore provetto sa utilizzare i macchinari necessari per la raccolta e lo stoccaggio dei materiali, rispetta le regole per la sicurezza e l’igiene, è esperto nelle tecniche di trasporto delle varie tipologie di rifiuto e conosce le precauzioni da prendere nel trattamento di quelli pericolosi.
Essendo un campo in grande crescita esiste, per chi volesse, lo spazio per avviare una piccola attività autonoma. I più intraprendenti possono infatti aprire una stazione ecologica, un'area urbana attrezzata per la raccolta dei rifiuti urbani. Ne esistono davvero di ogni tipologia, da quelle tradizionali, spazi delimitati divisi per tipologia di rifiuti, a quelle più innovative: come il CAM, la stazione ecologica itinerante a pannelli solari di AMSA Milano che passa quartire per quartiere, in giorni prestabiliti. O come le stazioni ecologiche informatizzate presenti in molti comuni minori, che riconoscono l'utente grazie a una tessera nominale e registrano i rifiuti effettivamente separati fornendo sconti sulla bolletta di Tariffa Igiene Ambientale dell'anno successivo. Per lanciarsi in questo genere di attività occorrono alcuni requisiti di partenza, come ampi spazi a disposizione, permessi di costruzione, un buon progetto sviluppato in tutti i punti essenziali, rispetto delle norme di sicurezza e dei vincoli di tutela ambientale.

Eco-chef, eco-stilisti ed eco-parrucchieri:
Una nuova e accattivante veste "verde" può aiutare a rilanciare mestieri tradizionali, aprendo le porte a una clientela più attenta alle tematiche ambientali. Non è molto lontano il momento in cui saranno sempre di più i ristoranti gestiti da eco-chef, professionisti della cucina che preparano solo prodotti di stagione, biologici e a chilometro zero, utilizzano poca energia per la cottura, meglio se proveniente da fonti pulite, mettono al bando gli sprechi e lanciano crociate contro i conservanti artificiali. Chi volesse diventare un cuoco eco-friendly, dopo l'istituto alberghiero dovrà specializzarsi con un master su produzioni locali o biologiche, e acquisire una buona dose di esperienza sul campo, magari arricchita con qualche periodo di lavoro all'estero.

eco-sostenibili : 
Dai fornelli alle forbici, quelle degli eco-parrucchieri: per tinte e impacchi ristrutturanti utilizzano solo prodotti di derivazione naturale, senza solfati, dotano i rubinetti di rompigetto per ridurre i consumi idrici, aumentano la raccolta differenziata, spengono le piastre non utilizzate e acquistano phon di classe A+, che limitano gli sprechi energetici e le emissioni di CO2. Uno sforzo necessario: secondo l'organizzazione ambientalista Kyoto Club, il lavoro dei 150 mila parrucchieri italiani comporterebbe l'emissione di 800 mila tonnellate di anidride carbonica: quella emessa ogni anno da 200 mila auto che percorrano 30 mila chilometri. Anche in questo caso la strada passa attraverso un corso di formazione; ma i saloni già avviati possono rivolgersi a società di consulenza energetico ambientale che monitorino i consumi e suggeriscano strategie per ridurli.

green- style :
Quello della moda è uno dei settori in cui la rivoluzione verde sta dando i risultati più creativi e incoraggianti: dalle fibre ricavate con materiali di scarto  agli abiti da red carpet realizzati con bottiglie di plastica riciclata, dalle T-shirt compostabili fino al ripensamento delle filiere produttive più inquinanti un occhio all'ambiente è ormai d'obbligo per chi riempie i nostri armadi. In questo caso, dopo una buona scuola per stilisti, la specializzazione in tendenze "verdi" si acquisisce sul campo. Magari aderendo a un circuito per stilisti emergenti che faccia dei capi artigianali e realizzati con materiali di recupero la propria peculiarità.


Operatori di turismo sostenibile : 
Utilizzo dei mezzi pubblici, alloggio e trasporti a ridotto impatto ambientale, ricerca dei luoghi incontaminati e non intaccati da villaggi turistici, rispetto delle popolazioni locali e della loro economia sono i principi ispiratori di un settore che coinvolge in Italia sempre più operatori e agenzie. Per lavorare in questo campo, uno dei punti di riferimento è il sito dell'Aitr (Associazione Italiana Turismo Responsabile) dove è possibile consultare l'elenco delle cooperative operanti sul territorio italiano e le proposte formative per chi volesse intraprendere questa strada.

come si inizia : 
le proposte di master delle università italiane sul tema: dopo una laurea in Scienze del turismo o affini e una specializzazione in agente per il turismo responsabile, si possono contattare le cooperative operanti nel settore, come pure le tradizionali agenzie turistiche, che, per adeguarsi alle richieste del mercato, cercano sempre di più figure di questo tipo per dedicare parte delle proprie proposte a questa fetta di viaggiatori responsabili. Per riconoscere quali sono gli operatori in grado di proporre vacanze "verdi" - e quindi anche un posto di lavoro ai potenziali agenti - occorre controllare se la filiale è in possesso del bollino Csr Tourism, una certificazione attiva in Italia dallo scorso anno che garantisce trasparenza e affidabilità ai clienti che volessero fare questa scelta.

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